Annuale
raduno ciclistico per la chiusura della stagione agonistica. Questo dovrebbe
far intendere, il condizionale è dovuto, che a ritrovarsi fossero i
componenti di una società, una squadra, un gruppo di amici, nel nostro caso
appassionati e praticanti del ciclismo amatoriale. Appuntamento al
ristorante, tutto concordato, ora del ritrovo, menù, prezzo e, dulcis in
fundo, come da prassi il saluto e l’arrivederci all’anno prossimo.
All’interno del ristorante dovrebbe regnare il clima delle grandi occasioni,
quello tra amici, festosi e ben disposti ai commiati, ai ricordi della
stagione appena finita ma….. dietro quell’apparente calma, cova sotto la
cenere la rivalità di sempre, quella che ha contraddistinto per un intero
anno tutti i presenti e senza esclusione di colpi, inutile negarlo.
Tutto sembra andare per il meglio, persino l’assegnazione dei posti è stata
studiata con meticolosa precisione nell’intento di non mettere l’uno accanto
all’altro, a chi non dimentica troppo facilmente torti e soprusi subiti,
poiché per l’intero anno si sono consumati sulle nostre strade i più accesi
confronti e qualche volta i diverbi sono persino sfociati nella rissa, nel
contatto fisico.
Una trentina di persone, una tavolata unica in un angolo del ristorante, tra
giovani e veterani tutti accomunati dalla stessa passione del pedale e tutti
insieme a salutare la stagione appena trascorsa.
L’antipasto tarda ad arrivare ma siamo alle solite, un paio di ritardatari
arrivano all’ultimo momento con la più banale delle scuse, si accomodano in
fondo alla tavola nel momento in cui i primi antipasti vengono serviti,
prosciutto, formaggio e l’immancabile mozzarella nostrana che di nostrano ha
ben poco, non foss’altro perché quel latte lo importiamo quasi per intero
dal nord Europa. Il ristorante scelto dagli organizzatori è il meglio che la
piazza possa offrire, elegante, signorile con personale competente e, a
detta di tutti, di prim’ordine.
Siamo uno di fronte all’altro, l’antipasto è ottimo, il vino pure e tra una
forchettata e l’altra qualcuno in fondo al tavolo e ad alta voce accenna ad
un episodio di poco conto accaduto il tale giorno sulla bici appena dopo
aver scollinato in testa al gruppo su quella ripida salita, elencando i
primi, cioè i più forti, lui compreso, e soprattutto gli ultimi, a suo dire,
i più scarsi.
Non l’avesse mai detto, il precario equilibrio così ben costruito dagli
organizzatori stava per crollare, un evento così futile di alcuna importanza
presagiva alla prima schermaglia tra l’amico, si fa per dire, ed il
commensale di fronte il quale prim’ancora di inforcare l’ultima fetta di
prosciutto si è guardato bene dal far passare quella verità artefatta…. e
che non ha tardato molto a replicare e precisare che in quella occasione in
realtà a scollinare fosse stato lui per primo.
Monta la tensione, l’atmosfera si fa tesa, nessuno dei due è intenzionato a
indietreggiare, a mollare quella “contesa” verbale appena iniziata, quella
che di lì a poco si tramuterà in una rissa. Incominciano a volare gli
insulti, le parole grosse e Pasquale, un tipo goffo, rozzo e inelegante che
di professione fa l’insegnante, afferra per la gola il suo dirimpettaio e lo
invita con le buone e soprattutto con le cattive maniere a rimangiarsi
quello che ha appena detto, ma l’orgoglio non difetta in nessuno dei
presenti e quella che doveva essere una rimpatriata tra “amici” ben presto
si tramuterà in una accesa battaglia, insomma l’occasione buona per tutti
per vendicarsi di uno scatto in bici, un arrivo a rimorchio di un auto, un
percorso accorciato, uno sfottò come tanti mai dimenticati e le tante liti
consumate sulla strada per una intera stagione, la bici purtroppo in molte
occasioni diventa un mezzo di contesa a chi arriva prima, chi rimane
indietro, chi cede il passo e chi non perde l’abitudine di sentirsi
immacolato e forte anche se nessuno dei presenti abbia mai vinto una corsa o
un qualcosa che vagamente le somigliasse.
Spintoni, urla, volano bottiglie, vetri rotti, qualcuno è a terra
tramortito.
Un veterano della bici viene coinvolto nella confusione generale perché
qualcuno gli ricorda l’abitudine di “accorciare” le corse cui partecipa
senza provare vergogna apparendo persino su alcune riviste del settore dal
titolo “Eccoli i furbi…” con tanto di foto illustrata in prima pagina a
immortalare quel ciclista galantuomo abile nel primeggiare con l’imbroglio,
l’espediente per ingannare il prossimo.
E’ davvero troppo, la cosa non può passare inosservata, l’onta va lavata
col sangue, si fa per dire, e la bottiglia del Montepulciano, ancora
attappata, pronta per colpire il colpevole, il reo, colui che ha avuto la
sfrontatezza di aver ricordato quell’episodio accaduto molti anni fa, una
vera e propria dichiarazione di guerra. Intervengono camerieri, clienti e
persino lo chef, un corpulento omone dalle maniere forti, che fanno fatica a
sedare la rivolta. Intervengono i carabinieri e difatti i due militi, giunti
al ristorante chiamati da qualcuno, provano a sedare gli animi a riportare
la calma ma ben presto si accorgono che non sarà poi tanto facile e solo
quando arrivano altri rinforzi finalmente ritorna la calma quand’anche gli
ultimi due, in fondo al salone, continuino a darsele di santa ragione.
Un ceffone e un pugno al volto, tutto davanti agli occhi dei due militari,
decretavano la fine della rimpatriata tra amici in quel ristorante
conosciuto e apprezzato. Una messa cantata tramutata in una battaglia
all’ultimo sangue con morti e feriti, si fa per dire, e che si è consumata
in una serata autunnale. Un ricordo, lo stesso dell’anno precedente e tutto
secondo un rituale, una prassi ormai collaudata, tra strette di mano e gli
immancabili auguri per l’anno prossimo a rivedersi sulla strada sempre in
armonia ed in pace, con se stessi.
La bici è crudele, oltre ad essere un veicolo, il più popolare a due ruote,
è anche un’arma pericolosa in mano a chi non sa usarla. Per la cronaca e per
i curiosi quella cena è costata 35 euro a testa. Giusto il prezzo, ottimo il
menù, antipasto di insaccati e formaggi, polenta con salsiccia di Poldino,
arrosto misto con arrosticini, Montepulciano della riserva del chietino e, a
coronare quella serata tra amici, il dolce con i fuochi d'artificio. Bella
serata.
Pace e bene……
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